Lettera aperta alla Questura di ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Gravi violazioni di legge e inefficienze dell’Ufficio immigrazione della Questura di Torino
Alla Questura di Torino
E p.c. Alla Prefettura di Torino
A UNHCR
Le scriventi Associazioni e Organizzazioni pongono all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione
pubblica le gravi violazioni di legge poste in essere dall’Ufficio immigrazione della Questura di
Torino nei confronti dei/delle cittadini/e stranieri/e che quotidianamente si rivolgono agli
sportelli di C.so Verona n.4.
Come già segnalato da alcuni organi di stampa, il malfunzionamento dell’Ufficio determina
lunghe attese all’ingresso – in qualsiasi condizione atmosferica – senza alcuna certezza per le
persone di poter effettivamente accedere ai servizi.
Gli utenti ed eventuali accompagnatori sono, inoltre, destinatari di comportamenti inappropriati
da parte degli operatori di polizia presenti.
Nel mese di ottobre 2022 il Comune di Torino, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
CGIL, CISL e UIL e la Questura di Torino hanno sottoscritto un protocollo sul tema, volto a
snellire le code e a efficientare le pratiche presentate in corso Verona. Nell’attesa che questo trovi
applicazione, ritenendolo un importante segnale della volontà di trovare una soluzione
all’evidente malfunzionamento dell’Ufficio Immigrazione di Corso Verona 4, in continuità con il
protocollo di recente sottoscritto e in attuazione degli obiettivi proposti nel medesimo, le scriventi
associazioni e organizzazioni intendono evidenziare una lista dei maggiori problemi riscontrati
nell’accesso agli uffici di corso Verona e proporre alcune possibili soluzioni.
In particolare, intendiamo segnalare quanto segue:
– attuale sostanziale impossibilità di presentare domanda di protezione internazionale. I
richiedenti asilo sono costretti a recarsi presso gli uffici di Corso Verona per svariati giorni,
se non anche settimane, nell’attesa di essere ammessi alla manifestazione della domanda
d’asilo. In alcune circostanze sono stati, informalmente, rilasciati appuntamenti a distanza
di mesi, senza un criterio di scelta evidente. Molti altri vengono invitati a ritornare a
distanza di diverse settimane poiché non vi sono posti disponibili per le formalizzazioni.
In entrambi i casi i richiedenti asilo rimangono privi di un valido titolo di soggiorno sul
territorio nazionale, con conseguente impossibilità di accedere al godimento di diritti
fondamentali ed alle strutture di accoglienza, oltre ad essere esposti al rischio di essere
espulsi. Inoltre, la presentazione della domanda di protezione internazionale viene
subordinata alla richiesta di ospitalità, documentazione non necessaria per legge;
– vi è totale incertezza rispetto alle modalità di accesso all’ufficio per presentare domanda
di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno ed alle tempistiche per tali adempimenti.
Occorre prendere appuntamento e, a tal fine, le disposizioni sono che le persone devono
recarsi all’ufficio personalmente: é stato abbandonato da alcuni mesi il sistema di
prenotazione via posta elettronica, sostituito da un accesso libero due giorni a settimana
dalle 14 alle 17, il che ha comportato un aggravamento dei tempi di attesa e la totale
incertezza in merito alla possibilità di ingresso effettivo. Il personale spesso fornisce
informazioni contrastanti con le indicazioni contenute sul sito istituzionale, anche in
ordine all’orario di apertura dell’ufficio (e comunque le persone sono costrette a
presentarsi con anticipo anche di otto ore, al solo scopo di ottenere l’appuntamento),
vagliando in modo informale la documentazione in possesso dello straniero e decidendo,
in modo del tutto opinabile, circa la loro idoneità. Paradossalmente, l’ufficio in questione
lamenta un gran numero di utenti, ma il gran numero é il risultato sia dell’obbligo di
recarsi personalmente al mero fine di domandare un appuntamento, sia dei continui
respingimenti da parte del personale all’esterno dell’ufficio stesso. Tale prassi è molto
grave, non solo perché compiuta da personale non competente a giudicare sulla domanda,
ma anche perché costituisce una violazione delle norme disciplinanti il procedimento
amministrativo. Si segnala, inoltre, che le tempistiche per la fissazione degli appuntamenti
sono di diversi mesi, giungendo sino a più di un anno per la presentazione della domanda
di protezione speciale.
– ripetute violazioni della L. 241/90 sul procedimento amministrativo: integrazioni
documentali richieste oralmente, con la conseguente impossibilità di contraddire qualora
lo straniero le ritenga ingiustificate rispetto alle norme vigenti, mancata indicazione del
responsabile del procedimento, rifiuto arbitrario di ritirare le istanze e/o la
documentazione, fissazione di appuntamenti per l’integrazione della domanda a distanza
di mesi, con conseguente ritardo, non sempre giustificato, nella definizione del
procedimento. Ad esempio, si evidenziano gravi violazioni nella procedura per la
domanda di protezione speciale: secondo la legge, la domanda si presenta alla questura,
che ha il compito di acquisirla e trasmetterla alla Commissione territoriale per la
protezione internazionale. Invece, gli agenti di polizia all’ingresso di corso Verona si
arrogano il potere di rifiutare l’acquisizione della domanda, pretendendo
documentazione non contemplata dalla legge, per di più di volta in volta diversa;
– ritardi nell’istruttoria per il rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno a qualsiasi titolo: si
segnala poi una generale inefficienza sul rispetto delle tempistiche del procedimento
amministrativo nel rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno. I richiedenti aspettano
svariati mesi (se non addirittura anni) prima di avere una risposta alla propria domanda,
il sistema di verifica “on line” non funziona, circostanza che aumenta indubbiamente
l’afflusso di persone presso gli Uffici di Corso Verona 4, e l’unico modo per avere notizie
sullo stato del procedimento é rivolgersi a un legale affinché effettui un accesso agli atti;
– comportamenti inurbani e aggressivi: si registrano infine numerosi atteggiamenti non
consoni ad un’istituzione che dovrebbe rappresentare la cittadinanza (sia italiana che
straniera). Spesso le persone in attesa vengono maltrattate dagli operatori della polizia di
corso Verona 4.
Le Associazioni/Organizzazioni firmatarie chiedono:
-l’istituzione, una volta per tutte, di un sistema di prenotazione e fissazione degli appuntamenti
– a seconda del tipo di richiesta – chiaro, univoco ed efficiente, che contempli anche l’uso dei
mezzi informatici, ferma restando la possibilità di presentare direttamente la domanda anche
recandosi personalmente presso gli sportelli di corso Verona;
-la garanzia di un reale e rapido accesso alla domanda d’asilo, con la previsione di un sistema che
consenta di avere prova della manifestazione di volontà di chiedere protezione in Italia anche al
fine di accedere alle misure di accoglienza, in attesa della sua formalizzazione;
– il rispetto delle norme sul procedimento amministrativo di cui alla l. 241/90 nel rilascio e rinnovo
dei permessi di soggiorno;
-la cessazione dei comportamenti inopportuni posti in essere dal personale della Questura di C.so
Verona 4 nei confronti degli stranieri e degli operatori che vi accedono, come, ad esempio,
pretendere adempimenti non richiesti dalla legge ;
– l’immediata implementazione degli strumenti indicati nel protocollo sottoscritto il 17.10.2022
tra il Comune di Torino, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL e la
Questura di Torino.
Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI APS